martedì 11 febbraio 2014

Fletto i muscoli e sono a 100

Rat-Man – Leo Ortaolani
1997 - in corso – Panini Comics


Tra i miti del fumetto di questa nostra vecchia e bizzarra penisola, pare si possa trovare la storia di un ratto in grado di irretire lettori in gran numero. Una bestia leggendaria metà stupida e metà idiota che ad ogni nuova scorribanda nelle edicole acquisisce nuovi adepti, per non lasciarli più liberi. Questa settimana si festeggia il centesimo numero dell’opera del Clint Eastwood del fumetto italiano.

Esagerazione? Forse, ma se penso ad artisti che in questo ventunesimo secolo riescono a trovare una strada obliqua e originalissima che taglia tra i campi della cultura popolare e i palazzi della cultura “alta”, i primi due nomi che fanno capolino nel mio cranio bacato sono Clint Eastwood e Leo Ortolani. Entrambi osannati  sia dal grande pubblico sia dalla critica; entrambi fanno mezzo passo falso ogni decennio.
Leo Ortolani fumettista e geologo, sicuramente non ha sviluppato la sua particolarissima sensibilità  e il suo umorismo dallo studio delle ofioliti. Al massimo dai basalti, potrebbe ribattere lui. In ogni caso, dovunque sia andato per scovare/affinare questi suoi talenti, è chiaro che in Rat-Man li ha messi a frutto nel più bizzarro dei modi. Creando un mondo popolato di idioti e supereroi. Quindi praticamente identico al nostro, ma con in più i supereroi. Oltre al Rat-Man e a tutti i suoi possibili spin-off (Il signore dei Ratti, Avarat, Ratto e i Sacrificabili, 299+1, Ratolik, Il grande Magazzi), nel “tempo libero”, l’Ortolani gestisce pure un ottimo blog in cui, pubblicizza iniziative, pubblica recensioni di film a fumetti, porta avanti la sua crociata contro i responsabili del casting dei film Marvel e, in generale, fa ridere della grossa raccontando i fatti suoi.
Ok questo è l’autore, ma l’opera?
La storia delle origini di Rat-Man la sanno anche i sassi e, se non siete ancora adepti dell’uomo con la maschera da ratto, non  è questo che può interessarvi. Questo semmai vi interesserà quando bimestre dopo bimestre, non potrete evitare di correre in edicola/fumetteria con la bava alla bocca e gli occhi riversi. Sì, esatto, come quando andate a chiedere se è uscito l’ultimo numero di Smanazza, la rivista di retrospettiva cinematografica tanto cara al giallo supereroe. Non sto nemmeno ad introdurre i personaggi. Non è che posso fare tutto io, che c’ho pure i miei impegni. Andate a recuperarvi qualche albo e leggetevelo. Qui voglio solo celebrare degnamente i cento numeri di un grande fumetto (e bearmi di averli tutti ordinatamente disposti in libreria). Se però serve uno stimolo alla lettura, potrei fare una presentazione generale dei temi che Leo Ortolani ha sviscerato nel corso di questi primi cento numeri. Pensate a una cosa. Ok, bravi, azzeccato. Non che fosse difficile, in Rat-Man c’è praticamente tutto. Volete ridere fino ad avere fame d’aria? Nessun Problema. Volete i supereroi? Ci sono. Volete la continuità? Presente. Parodie sui generis? Religione? Eccola. Amore? Amicizia? Guerra? Noia? Humor nero? C’è, c’è, c’, manca  e c’è. Azione? No problem. Volete tremare leggendo di minacce enormi e terribili? Beh per quello c’è Cinzia. L’abilità dell’autore nell’uso del meta fumetto, poi, beh quella ha fatto scuola e storia.
 E’ veramente difficile pensare a temi che non siano stati toccati e, ancora più arduo, non soffocare ogni due mesi ridendo più di quanto il decoro consentirebbe. Infatti, uno dei miei ricordi più belli legati alla super pantegana è la tragica storia di un uomo che, durante una vacanza in montagna, trova sul tavolo un Rat-Man color special (nemmeno uno dei più belli), la gente si prepara per andare a dormire, io vado in cucina a prendere un bicchiere d’acqua, e mi vedo ‘sto tizio iniziare a sogghignare scivolando lentamente dalla sedia e finendo sul pavimento tra grasse risate. Si ricompone, si siede, ci si dà la buonanotte, e via nelle camere. Nel silenzio delle Dolomiti resta un unico rumore: un pirla che se la ride di gusto.
Basterebbe solo questo per cominciare. Dalla fine, dall’inizio, non importa. Cento numeri…  e ogni nuovo volume è un po’ più bello di quello prima.